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Immagine del redattoreDama Scarlatta

"Punteggio al tabellone: 100... 100... 100!!!" Intervista a Mario La Rocca, la voce della Quintana

  • Buongiorno Mario e grazie per la disponibilità! Volevamo iniziare quest’intervista chiedendoti di te e della tua carriera professionale: come sei arrivato a diventare un radiocronista ed uno speaker affermato?

È iniziato tutto per Passione sin da quando avevo 6 anni: commentavo le partite di Subbuteo che giocavo con mio fratello o con mio cugino, successivamente quando mi ritrovai a guardare le partite di calcio sul piccolo schermo abbassavo il volume della tv per poterle commentare io!

In età più adulta cominciai dapprima con Radio Minor facendo le prime radiocronache con Valerio Rosa, poi venni contattato da Radio Ascoli per raccontare le partite dell’Ascoli Calcio e da lì partì questa esperienza, non solo radiofonica ma anche televisiva: ho effettuato le telecronache anche per Sportube, la piattaforma che deteneva i diritti dell’allora Lega Pro (ora tornata a chiamarsi “Serie C”), attualmente lavoro per Eleven Sport, sono stato assunto da TVRS come giornalista e sono il coordinatore della sua struttura di Ascoli a livello televisivo, mentre a livello radiofonico rimane più una questione di Passione che lavorativa.


Mario La Rocca

  • Come sei diventato lo speaker della Quintana di Ascoli?

Il tutto nacque nel 2003 quando era sindaco Piero Celani: Antonello Profita stava lasciando il ruolo e venni chiamato dalla segreteria di Palazzo Arengo perché seguivo già la Quintana facendone la cronaca per Radio Ascoli, e mi chiesero se fossi interessato a diventare lo speaker.

Inizialmente dissi di no, perché vedevo il tutto come una cosa più grande di me, come fosse una montagna da scalare irta di difficoltà. Ma insisterono talmente tanto, addirittura passandomi al telefono il sindaco (che all’epoca non conoscevo) e di fronte ad un’autorità, purtroppo o per fortuna, non seppi dire di no.

Successivamente parlai con Giacinto Federici, allora segretario dell’Ente Quintana, da lì iniziò il tutto e con la Quintana non ci siamo mai separati, anche se nel 2019 ebbi la tentazione di lasciare: io compivo 50 anni, mio figlio 18 ed essendo entrambi nati a luglio avremmo voluto festeggiare con un viaggio insieme.

Era però l’anno in cui fu eletto come sindaco Marco Fioravanti (non conoscevo personalmente nemmeno lui) ed incontratici ad un evento della Bricofer mi chiese di non “abbandonarlo” nel suo primo anno di mandato: per carattere spesso non riesco a dire di no e così sono rimasto.

  • Provi delle emozioni particolari nel rivestire questo ruolo, specialmente da Ascolano, o il tutto si riduce ad una mera questione lavorativa?

Nella professione giornalistica, che reputo un privilegio, se non ho piacere e stimoli nel fare una cosa preferisco non farla: se la Quintana non mi desse emozioni avrei sicuramente lasciato dopo un anno o due, e non solo per quanto riguarda la Giostra.

Prendete ad esempio le gare degli sbandieratori: avrete notato che nel corso del tempo la loro presentazione è cambiata: grazie all’ufficio Quintana e previo il loro consenso ho dei margini per poter apportare delle modifiche che possono migliorare la manifestazione, come ad esempio l’ingresso in piazza con il saluto degli speaker a tutti i sostenitori.

Sentire le persone applaudirti e reagire ai tuoi input ti fa capire che in molti apprezzano il tuo modo di raccontare la Quintana.

Quindi per rispondere alla vostra domanda direi che sì, la Quintana mi emoziona ancora tanto, anche perché lo speaker deve avere della carica adrenalinica dentro per riuscire a far emozionare a sua volta il pubblico.

Mario La Rocca al Campo dei Giochi

  • Se puoi dircelo: appartieni ad un sestiere? E se si quanto è difficile rimanere imparziale, specie con il pubblico della Quintana che a volte può risultare molto “permaloso”?

Alla Quintana ho anche partecipato per tre edizioni. Sul Sestiere di appartenenza preferirei rimanere sul vago: parlavamo prima delle emozioni che si provano grazie alla nostra manifestazione, e posso assicurarvi che in tanti mi hanno attribuito l’appartenenza ad almeno quattro sestieri differenti perché, nella proclamazione del vincitore, notavano a loro dire una carica emotiva differente rispetto alla vittoria di un altro Sestiere. In realtà riesco a rimanere molto distaccato rispetto alla rivalità quintanara e se andate a risentire tutte le mie proclamazioni precedenti non cambia assolutamente nulla.

  • Negli ultimi anni durante la diretta televisiva e web della giostra c’è una sovrimpressione che rende noti in tempo reale tempi e punteggi al tabellone dei binomi. È frustrante che il tutto venga “spoilerato” sia ai telespettatori che ai paganti presenti allo Squarcia dotati di un semplice cellulare prima del tuo annuncio ufficiale?

Ne ho parlato con Massimo Massetti ed Ilaria Isopi; molto probabilmente questa cosa durante la Quintana di agosto non accadrà, e non perché sia un qualcosa che mi infastidisca a livello personale: semplicemente a mio parere in questo modo si perde il fascino della trepidante attesa del risultato. Inoltre, le persone potrebbero non essere invogliate a venire al campo dei giochi, in quanto potrebbero pensare “fa caldo, a casa la vedo più comodo, i risultati li so prima ecc.”

Mario in postazione di commento nella Quintana del 2018
  • Ci sono altre modifiche che apporteresti per rendere ancora più accattivante la giostra?

Tra i miei suggerimenti c’è quello che la proclamazione del vincitore da parte del Magnifico Messere sia immediata, quasi in tempo reale: appena finita la tornata ed ottenuti i punteggi dai giudici si annuncia il Sestiere vittorioso senza aspettare che più di mille figuranti tornino ad attestarsi al centro del campo quando tutti in realtà sanno chi ha vinto e con un sestiere che sta già festeggiando.

Un altro mio sogno sarebbe quello del totale rifacimento dell’impianto fonico del campo dei giochi, secondo me scadentissimo e totalmente inadeguato per quella che è la manifestazione: spero che con i fondi futuri legati alla riqualificazione dello Squarcia possa esserci un suo ammodernamento, perché è un qualcosa che fa la differenza nel “servizio” che la Quintana offre.

Migliorerei inoltre i tempi morti legati al passaggio del trattorino, ed anche qui ho fatto un paio di proposte: bisognerebbe trovare il modo di intrattenere il pubblico, magari con un maxischermo che manda in onda le tornate precedenti.

Vorrei però precisare che questi sono solo suggerimenti per migliorarci ulteriormente: da Ascolani siamo sempre i primi a criticare la Quintana ma una volta usciti dalle quattro mura al confronto di altre rievocazioni storiche possiamo renderci conto che siamo “di un altro passo”: tutto è curato nei minimi dettagli e particolari e siamo tra i primi posti in Italia, anche e soprattutto a livello organizzativo.

  • Quali sono le emozioni che si provano nell’essere la voce della Quintana?

Penso di fare bene il mio lavoro, sempre con Passione e nel miglior modo possibile, sempre con il mio stile che non ho mai mutuato da nessuno: quando sostituì Antonello Profita, vero professionista del giornalismo, non cercai di imitarlo ma di portare la mia cadenza, la mia tonalità e il mio modo di “urlare”.

Non so se sia vincente o perdente, penso di essere apprezzato, anche perché molti in realtà, e non solo in ambito Quintanaro, non conoscono nemmeno il mio volto ma solo la mia voce e mi riconoscono per quella: ad esempio quando sono in un bar o prenoto una pizza mi dicono “Ah ma allora sei tu!”.

Debbo dire che tutto ciò mi rende felice, anche perché sapete benissimo conoscendo la città che se in Ascoli fai una gaffe questa ti viene subito rinfacciata e il giorno dopo ci riempiono le colonne dei giornali. Per fortuna questo non è mai successo e vuol dire che Mario La Rocca ha sempre lavorato bene.


Mario La Rocca in postazione nella scorsa Quintana in compagnia di Ilenia Alessandrini e Giorgia Fiori

  • Qual è la Quintana che da speaker ti ha emozionato di più e che hai vissuto con più adrenalina?

Diciamo che la prima non si scorda mai e te la porti sempre nel cuore: inoltre essendo quella del Luglio 2003 ci furono anche le componenti della vittoria di un cavaliere Ascolano (Emanuele Capriotti) e del Sestiere di Porta Romana che tornava alla vittoria dopo ben 15 anni.

Quella che mi è piaciuta di più però è indubbiamente quella dell’Agosto 2008 con la quarta tornata di spareggio tra Massimo Gubbini e Luca Veneri: dal punto di vista dello spettacolo e del pathos è stato forse l’apice raggiunto nella storia della Quintana.

Ricordo anche quella del Luglio 2007 con la mancata assegnazione del Palio: un’occasione più unica che rara.

  • Prima di ringraziarti nuovamente vorremmo chiederti se vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci.

Se riesco a fare tutto questo debbo ringraziare i miei cari.

La Quintana è impegnativa, ti porta via tutta l’estate ed è quindi difficile farla “convivere” con la famiglia: quando ho iniziato nel 2003 il mio primo figlio aveva due anni e ora ne ha ventuno, ed è solo grazie a loro e ad il loro supporto se ho potuto assaporare queste emozioni.

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