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Mattia Zannori a 360° gradi

  • Immagine del redattore: Saraceno
    Saraceno
  • 26 gen
  • Tempo di lettura: 10 min

Aggiornamento: 30 gen

  • Ciao Mattia e grazie per la disponibilità! Vorremmo cominciare l'intervista partendo da lontano, quasi dalle origini: come ti sei appassionato al mondo dei cavalli e delle giostre?             

È accaduto a 12-13 anni, in quanto mio zio ricopriva il ruolo di responsabile di scuderia in uno dei due rioni di Sangemini. Da lì cominciai, il sabato e la domenica, a frequentare la scuderia stessa dando una mano a passeggiare i cavalli dopo che erano stati montati, è così che ho iniziato ad appassionarmi sino a quando nel 2010 debuttai nella Giostra dell’arme.

Corsi per 2 anni nel rione Piazza, poi da lì mi sono spostato a Narni dove ho giostrato per il terziere Mezule, dove conobbi Luca Innocenzi.

 

  • Puoi raccontarci qualcosa dei tuoi esordi a Foligno?

Esordii a Foligno nel 2016 giostrando per il Rione La Mora, ero stato notato avendo partecipato a  varie tappe del circuito di Moie ed altre competizioni “minori”: ebbero problemi con il loro cavaliere precedente e da lì raggiugemmo un accordo dopo una prova effettuata nella vecchia pista “ad otto” a disposizione dei Rioni nell’ ex aeroporto. Il sodalizio è durato sino al 2022, periodo durante il quale montai i cavalli di Manfredo Orazi fino al 2018.


Mattia Zannori nei panni del "generoso" del Rione La Mora
Mattia Zannori nei panni del "generoso" del Rione La Mora

  • Poco fa accennavi a Luca Innocenzi: qual è il vostro rapporto e quanto ha influenzato la tua crescita come cavaliere?

Quello con Luca è indiscutibilmente un rapporto in cui l’amicizia viene prima di tutto, non è solo lavoro.

Lo ho conosciuto quando avevo vent'anni e ho passato con lui 365 giorni l’anno per 5 anni consecutivi. È quindi normale che in questo arco di tempo si sia creato un rapporto umano molto stretto: prima di essere, per certi versi, il mio maestro, è soprattutto un amico e la persona alla quale mi sono sempre ispirato.

 

  • Visto il vostro rapporto molto stretto, vogliamo sfatare una volta per tutte un "mito" che si sente ripetere a volte dal “popolino”, ad Ascoli e non solo, secondo il quale visti i rapporti personali che intercorrono tra cavalieri in generale (non solo tra te e Luca), alcune gare sarebbero, per così dire, accomodate?

Vi faccio l’esempio proprio con Luca… Facendo lo stesso tipo di lavoro, ed essendo io arrivato a giocarmi diverse quintane con lui è indiscutibile che sul campo l’amicizia NON esiste, siamo entrambi professionisti: c’è un lavoro fatto di impegno quotidiano e di risultati, dove ognuno vuole sempre fare il massimo.

Poi, una volta finita la gara, o magari fino alla sera prima si mangia una pizza insieme o si sta al telefono, ma finisce lì, ed è sempre bene specificarlo, perché vi posso garantire che io, Luca, Tommaso (Finestra, ndr.), ma anche Lorenzo Melosso passiamo un anno in scuderia, soprattutto nei mesi estivi dove comunque ti svegli la mattina alle 4:30 e magari ci rimani fino alle 10 di sera, mettendoci tempo, fatica ed impegno (sia fisco che economico), per fare poi cosa? Arrivare a quel giorno e magari fare un favore o lasciar vincere qualcun altro? Non esiste, sarebbe masochistico.


  • Purtroppo ad Ascoli non ti è possibile collaborare con lui visto il suo storico e inscindibile legame con Porta Solestà, mentre in tutte le altre giostre formate un sodalizio ormai molto ben rodato: cosa puoi dirci di Paolo Margasini e del rapporto che vi lega?

Se dovessi definire Paolo con una parola specifica non saprei come fare, è una persona straordinaria, come lui al giorno d’oggi se ne trovano poche: onesta, sincera, che se può ti dà tutto sotto qualsiasi punto di vista.

Lo ho conosciuto negli anni in cui stavo in scuderia da Luca Innocenzi, poi lui venne a darmi una mano qualche tempo dopo su richiesta del rione La Mora, da lì in poi, anno dopo anno si è creato un rapporto sempre più stretto ed importante e, ad oggi, collaboriamo insieme in tutte le gare, tranne che ad Ascoli per ovvi motivi.

Andiamo estremamente d'accordo e nutro una grandissima fiducia in lui: dice sempre quello che pensa, è sempre pronto ad aiutare sotto qualunque aspetto, mi ripeterò ma descriverlo con un solo aggettivo sarebbe riduttivo.

 

  • Volevamo chiederti ora invece del tuo rapporto con Tommaso Finestra: siete cugini, amici ma anche rivali…

Io sono figlio unico, e Tommaso lo ho sempre considerato come un fratello: avere la stessa Passione, poi diventata anche un lavoro, ci ha stretto e legato tantissimo.

Ci siamo dati e ci diamo tuttora una mano a vicenda, anche nella gestione dei cavalli, nei momenti di bisogno lui sa che può contare su di me e io so che posso contare su di lui.

Ovviamente sempre con la consapevolezza che poi, quando ci ritroviamo al campo da avversari, ognuno cerca di fare il meglio per sé stesso.

 

  • Quest’anno dopo il tuo passaggio al rione Ammanniti sei riuscito a conquistare la giostra della rivincita a Foligno. Come hai vissuto questa vittoria? Ha avuto un sapore speciale?

Parto sempre dal presupposto che una vittoria è sempre una vittoria perché poi ogni gara ha le sue difficoltà, ma è indubbio che conquistare il palio a Foligno è stata una consacrazione.

Per ciò che concerne il mio passaggio all’Ammanniti posso dirvi che si è creato da subito quel feeling che magari non ti aspetti in un ambiente nuovo: io sono una persona estremamente semplice e anche abbastanza abitudinaria, quindi quando passo ad una “situazione” nuova se non mi sento subito a mio agio magari ci metto un pò a prendere piede ma, con loro, sin dalla prima volta che ho parlato con i referenti del settore tecnico si è creata una grande intesa e credo che questa sia stata una delle ragioni che ci ha permesso di arrivare alla vittoria.

A prescindere dal mio lavoro o dalla qualità dei cavalli se c’è serenità e massima fiducia, se si viene lasciati liberi di lavorare tranquillamente, se non viene messo in discussione ciò che fai e ciò che dici ma ti viene lasciata l’ultima parola poi è più facile che i risultati arrivino, è un valore aggiunto.

Mattia come "Gagliardo" del Rione Ammanniti
Mattia come "Gagliardo" del Rione Ammanniti

  • Parliamo ora dei tuoi anni ad Ascoli con Porta Maggiore, un rapporto cominciato nel 2017, interrottosi nel 2022 che ha visto nel 2019 il suo anno migliore, per poi riallacciarsi nel 2024 ad Agosto dopo l’infortunio di Lorenzo Savini. Cosa puoi dirci al riguardo?

Dopo alcuni anni in cui ho preso "le misure" alla vostra Quintana, il 2019 è stato l'anno in cui ho iniziato a far scuderia per conto mio, con una gestione totalmente personale: cavalli, preparazione ecc.

Partimmo alla grande, arrivammo secondi a luglio e quarti ad agosto, quando però me la giocai sino all’ultimo ma persi un ferro nella terza tornata dove partii a parimerito con Massimo Gubbini: non ottenemmo la vittoria, ma quella fu sicuramente un'ottima stagione.

Dopodiché il 2021 è forse stata l’annata peggiore ad Ascoli per me, ma bisogna capirne le ragioni.

Ci fu di mezzo il COVID con il 2020 in cui venne disputata solo una Quintana a Foligno e contestualmente il fatto che spostai la mia scuderia personale: sino all'anno precedente, per questioni logistiche e di comodità, mi ero appoggiato a Foligno, ma ad inizio 2020 mi spostai a Terni, a casa mia. Erano tanti anni che facevo avanti e indietro, Terni-Foligno, ero arrivato “a cottura”, non ce la facevo più…

A causa di ciò ho faticato un po' a ritrovare le misure nella preparazione dei cavalli: ognuno nella sua struttura, nel suo modo di lavorare ha le sue abitudini e i suoi riferimenti nell’allenarsi, e quando si fa un cambio del genere variano tutti i parametri.

Ero agli inizi del mio percorso come gestione di scuderia: nel 2019 ti presenti con determinati risultati ed è ovvio che negli anni provi a fare qualche step in più per migliorare ma, come dico sempre, purtroppo i cavalli non parlano. Cerchi di fare una cosa pensando di fare meglio, e invece magari era meglio ciò che facevi in precedenza.

Riepilogando, nel 2020 lo stop per il COVID, il cambio di struttura, una mia dose di inesperienza visto che era la prima volta che facevo scuderia da solo hanno portato a risultati non soddisfacenti.

Nel 2022 invece sicuramente siamo stati anche un po’ sfortunati perché la cavalcatura prescelta si stava comportando benissimo, ma in una prova ad Aprile/Maggio ebbe un piccolo infortunio che mi costrinse a fermarla per tutta la stagione.

Puntai su “Love me” che il lunedì della quintana di luglio fece un giro a 50.7, 50.8, ma il giorno della giostra decise di andare dritto… Ad agosto corsi con “Livarot” che era il secondo cavallo e alla fine comunque facemmo 1926 punti, penso di aver fatto una discreta Quintana considerando che era la cavalcatura di riserva.

Un giovane Mattia Zannori nell'anno di esordio a Porta Maggiore
Un giovane Mattia Zannori nell'anno di esordio a Porta Maggiore

  • Successivamente è arrivata la separazione…

Nell'inverno del 2022, inizio 2023, cominciarono ad esserci idee diverse tra me e loro e diciamo che non siamo più riusciti a trovare un’intesa. Quello che però ho sempre pensato, non solo a Porta Maggiore, sia chiaro, ma come mio modo di lavorare, è che la vittoria va costruita a tavolino: non arriva se tu la insegui come un’ossessione… O meglio, così facendo può arrivare una volta, ma per casualità, perché non sei riuscito a gettare nessuna base solida, specie se ogni volta si rimette tutto in discussione.

Capisco che Porta Maggiore sia un ambiente difficile, difficilissimo, perché sono un popolo splendido, il sestiere più numeroso e a cui la vittoria manca ormai da 43 anni e che se la meriterebbero, ma la vittoria la si costruisce passo dopo passo, poi, quando sei arrivato ad essere sempre o quasi sempre competitivo essa può arrivare in qualsiasi momento, e puoi anche riuscire a ripeterti. Se credi in un progetto, e se in quel lasso di tempo c’è stata la dimostrazione di avere delle capacità e la consapevolezza che comunque alla vittoria in qualche modo insieme ci si può arrivare (e credo che il 2019 lo abbia dimostrato) bisogna avere la forza di sostenere quel progetto. A meno che non mi si dica  “Guarda, corre Luca Innocenzi o Massimo Gubbini”, a quel punto sono il primo ad alzare le mani, a farmi da parte e a fare un passo indietro. Ma visto che questa cosa non è possibile, secondo me con un po' di pazienza in più, e dico da ambo le parti eh, sia chiaro e sottolineatelo bene, oggi staremmo parlando di qualcos’altro, ecco.


  • Poi vi siete ritrovati, in una situazione emergenziale, ad Agosto 2024

Penso che lì ci sia poco da raccontare: come avete affermato voi si trattava di una situazione d’emergenza. Lo dicevo poc’anzi, sei in balia di un animale che non parla ma che devi interpretare dai suoi movimenti, dal suo sguardo, devi entrare nella sua testa e vi assicuro che non è facile: magari quel giorno ha un piccolo dolorino, ma tu non puoi saperlo e fai la figura del fesso, figuratevi con un cavallo montato poche volte e solo a ridosso della Quintana.

Quando accade di non riuscire a dare il meglio siamo noi i primi ad essere dispiaciuti, perché viene compromesso un enorme lavoro e soprattutto perché abbiamo deluso tutto il popolo che rappresentiamo quel giorno.

Mattia Zannori nella Giostra di Agosto 2024
Mattia Zannori nella Giostra di Agosto 2024

  • Prima di arrivare alla nuova avventura con Porta Tufilla, era indispensabile il “nulla osta” dopo la giostra di Agosto, come lo hai ottenuto e ci sono state delle chances perché la storia tra te e Porta Maggiore potesse continuare?

Sul discorso dello svincolo vorrei aprire una piccola parentesi, parlando a livello generale e per tutti noi cavalieri: credo che al momento il mondo delle quintane non sia più quello di dieci o vent’anni fa quando i cavalieri correvano per passione o come secondo lavoro.

Al giorno d’oggi, visto il livello raggiunto, per ambire a determinati risultati e per riuscire a ricoprire tanti impegni come facciamo io, Luca, Lorenzo o Tommaso bisogna profondere sforzi ed impegni immensi, è un lavoro a tutti gli effetti e di conseguenza non ritengo giusto che, se si decide di interrompere questo rapporto lavorativo, si debba poi stare fermi per ben cinque anni.


Tornando alla mia situazione, Guido Crotali mi ha chiamato chiedendomi una mano ad una settimana dalla giostra perché purtroppo erano senza cavaliere, dicendomi che con quel lasso di tempo ridotto a disposizione avrei potuto disputarla solo io. Non vi nascondo che ci ho pensato molto, perché comunque sapevo che sarei andato a correre una quintana con cavalli che non conoscevo e con il rischio molto elevato di fare una brutta gara, in un momento di carriera in cui non mi posso permettere brutte prestazioni. Mi era stato promesso che a fine mandato il nulla osta mi sarebbe stato firmato comunque, e per come sono fatto io una stretta di mano vale più di mille parole ma anche questa era una buona occasione per ottenerlo, di conseguenza dopo averci pensato ininterrottamente per tre o quattro giorni ho richiamato e ho dato la mia di disponibilità a condizione che la domenica a pranzo avessi lo svincolo firmato: loro hanno accettato.

Successivamente nell'uscita del corteo dopo la vittoriosa giostra di Foligno ho incontrato due persone del nuovo comitato di Porta Maggiore che mi dissero che mi avrebbero contattato nei giorni successivi: così è stato, abbiamo chiacchierato e ho parlato con tre persone diverse (perché poi dopo ognuno mi ha rimandato ad un'altra persona), ma alla fine non c’è stato nulla di concreto, non si è mai arrivati a parlare di cifre o di dettagli.

I contatti più intensi li ho avuti col console David Vitelli, per me una persona straordinaria. Lui aveva l'interesse che io continuarsi a correre per loro e tra noi c’è sempre stato un rapporto reciprocamente splendido: ci siamo confrontati più e più volte nei mesi post Foligno per trovare un accordo ma evidentemente la nuova dirigenza aveva altre idee.

 

  • Come hai raggiunto invece l’intesa con Porta Tufilla?

 Sono stato contattato a inizio Dicembre, mi fu detto che le cose con Denny Coppari non erano andate per il verso giusto e che volevano capire se c’erano i presupposti per instaurare un rapporto lavorativo: questo accadde il lunedì pomeriggio e il mercoledì erano già in scuderia da me per discutere. Successivamente alle elezioni mi sono incontrato con le persone del comitato responsabili della scuderia e abbiamo limato gli ultimi dettagli: quando c'è interesse reciproco le trattative si chiudono in tempi brevi.

 

  • Cosa puoi dirci dell’opportunità di lavorare con una leggenda come Massimo Gubbini e di poter montare un cavallo fenomenale come Trentino?

 Credo che Massimo sia una persona ed un cavaliere che non ha bisogno di presentazioni quindi è chiaro che per me è un onore ed un valore aggiunto poter lavorare insieme, ha vinto a Foligno, ad Ascoli, ovunque abbia gareggiato, averlo come uomo a terra, proprio come ho Paolo Margasini altrove vuol dire avere un bagaglio di esperienza enorme dalla mia: sono dell’idea che non si finisce mai di imparare anche se hai venti Quintane sulle spalle.

Per quanto riguarda Trentino è già a disposizione a casa mia e credo che poter montare un cavallo di quelle potenzialità sia l'ambizione di qualsiasi cavaliere, chi vi dice il contrario mente, è come montare Guitto a Foligno. Poi è ovvio che ogni cavallo ha le sue difficoltà e peculiarità, chi in pista, chi nella gestione a casa, poi sta al cavaliere riuscire ad aggiustare tutti i dettagli necessari per farlo rendere al massimo, ma avere Massimo con me sarà sicuramente un vantaggio in quanto lo conosce benissimo e mi permetterà di approcciarmi e trovare un feeling come binomio in maniera molto più veloce, credo e spero che insieme riusciremo a fare qualcosa di importante vista la sua enorme esperienza e quella che io ho ormai acquisito negli anni.


  • Mattia, ti salutiamo e ti ringraziamo per la tua enorme disponibilità ed in bocca al lupo per la tua nuova avventura!

    Grazie a voi e crepi il lupo!

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