Stasera si comincia con Singolo e Piccola, ma noi parliamo di musici!
Prima non giudicati, sempre bistrattati, dal 2004 parte integrante delle gare ma su una specialità rispetto alle 4 spettanti agli sbandieratori. Essere musici è vita dura! Con pochi protagonismi e un’immensa forza di squadra, le gare cittadine ricordano nei loro albi solo due gruppi musici vincenti: Porta Solestà (dal 2004 al 2006 e dal 2012 al 2018) e Porta Maggiore (dal 2007 al 2011).
Nelle restanti parti della classifica si è sempre assistito ad un’altalena, con Piazzarola assente nella prima edizione del 2004 assieme a Sant’emidio che si esibì per la prima volta nel 2008 (con immediata squalifica) e in gara ufficialmente dal 2010. Tufilla in auge i primi anni ha lasciato il posto a Romana, subito succeduta, negli ultimi anni dalle aquile bianco - rosse.
Una giostra, quella dei musici, fatta di stili profondamente diversi, che caratterizzano gli squilli di ogni sestiere, e costituita da una personalità, quella del capo-musico, fondamentale specchio del gruppo intero. E se alcuni storici rimangono (vedi l’intramontabile Andrea Mancini per solestà o la successione dei fratelli Matricardi a romana), altri hanno preferito cambiare come Maggiore, dapprima guidata da David Paolini e Fabio Amatucci, e ora affidata a Valerio Martini e Pierpaolo Silvestri. Altri ancora hanno scelto un aiuto esterno, ripescando personalità del mondo della musica e delle grandi squadre, per crescere e implementare il proprio punteggio.
Ciò che conta è che la città di Ascoli può vantare 6 gruppi musici di prim’ordine: i 6 volte campioni d’Italia di serie A1 di Solestà, i vice campioni d’Italia di maggiore (anno 2009) e quelli di romana (anno 2014 e 2015); i campioni d’Italia nella tenzone bronzea di Tufilla (anno 2015-2016-2017-2018) e i campioni d’Italia nella tenzone argentea di Piazzarola (anno 2015 e 2017, argento nel 2016).
Chi ancora lo chiama ‘rumore’ dovrebbe farsi un piccolo esame di coscienza visto quanta preparazione musicale c’è dietro un simile movimento; e chi ancora dice che il regolamento abbia tolto l’anima a questa specialità, che ha nella fantasia uno dei suoi elementi principali, dovrebbe leggere, rileggere e ascoltare quanta ricerca c’è dietro ogni nota, tempo o ritmica che i musici, di qualsiasi colore, portano in campo.
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