Nonostante la Quintana di Ascoli abbia visto nel corso degli anni la presenza di autentici fenomeni e nonostante dal 1997 si disputino stabilmente due giostre (con le eccezioni dell’Edizione Olimpica del 1960 e la prova generale dell’Edizione del Quarantennale del 1994 che fu l’unico caso di doppia giostra a tenersi di giorno) nessuno è mai riuscito a vincere più di 4 Edizioni consecutive, a parte un caso particolare che fu quello di Emanuele Capriotti che vedremo più avanti.
Partendo Dagli albori della Giostra, il Folignate Marcello Formica (vincitore all’esordio), pur capace di vincere ben 8 Palii (record che sarà prima pareggiato da Gianfranco Ricci ed Emanuele Capriotti e poi battuto da Paolo Margasini ed in seguito da Luca Innocenzi solo molti anni dopo) era un cavaliere abituato alle doppiette, ben 3: 1958-1959, 1963-1964, 1966-1967. Successivamente vinse anche la giostra del 1970, ma sembra ormai arrivata una nuova era: all’orizzonte si stagliava la figura carisatica e maestosa di Gianfranco Ricci, Faentino, di ben 15 anni più giovane, e che in carriera sarà autore di ben 45 vittorie tra Ascoli (8), Arezzo (11), Faenza (10), Servigliano (8), Foligno (4), Narni (3), Monterubbiano (1).
Ricci vinse nella giostra d’esordio del 1971 e nelle 3 successive, per un Poker che durò fino al 1974, e nessuno sembrava in grado di poter fermare questa striscia, tanto netta è la superiorità: Angelo de Angelis è in fase calante, Paolo Giusti non è in grado di ripetere le vittorie del passato e Formica, nonostante qualche buon piazzamento, ha ormai ben 48 annii, gli altri sembrano solo dei comprimari...
Insomma, nessuno sembra in grado di poterlo minimamente impensierire.
Nel 1975 Ricci monta Tamara, una cavalla velocissima con cui ha già vinto nei due anni precedenti (e con cui si toglierà ulteriori soddisfazioni nel 1976 e nel 1978), ma difficile da gestire e che lo portò a commettere diverse imprecisioni sia al bersaglio che lungo il percorso.
Inoltre, sebbene fosse ancora acerbo per poter ambire alla vittoria, a mettergli ulteriore pressione psicologica contribuì nel 1972 l’arrivo alla Piazzarola da Faenza di colui che lo sostituì con enorme successo al Rione Rosso dopo il suo discussissimo passaggio al Verde che fu vissuto quasi come un tradimento: Mario Giacomoni.
Ricci si limitò al terzo posto, Formica in sella a Stellina seppe approfittarne e consegnò a Porta Solestà un insperata ottava vittoria e il primo Palio non disegnato da Gaetano Carboni, opera del Gruppo Immanentisti.
Fu il canto del cigno per lo storico portacolori GialloBlu che disputò la sua ultima giostra 3 anni dopo a ben 51 anni.
Nelle prossime Puntate ci occuperemo dei vari dualismi successivi, a partire da quello Tra Gianni Vignoli e Paolo Margasini.
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