top of page
Immagine del redattoreSaraceno

"Mi chiamavano il bomber" Intervista a Massimo Montefiori

  • Ciao Massimo e grazie per la disponibilità! Innanzitutto com'è nata la tua passione per i cavalli e successivamente per le giostre?

Vivevo in campagna, e a 10-11 anni ebbi la fortuna di incontrare un signore che abitava vicino casa, all’epoca cavaliere del Rione Nero che mi disse: “Invece di andare tutte le domeniche a messa perché non vieni con me qualche volta?”.

Da lì iniziai a frequentare i Rioni, e capii che i cavalli mi interessavano e mi piacevano: cominciai a cavalcare, non senza qualche incidente come quando mi tagliai sul viso prendendo dei rami in faccia!

Comprai quindi il mio primo cavallo proprio dal Rione Nero, con cui sfilai facendo il palafreniere al destriero della dama. Mi innamorai poi della cavalla del Rione Bianco, Paprika, un anglo araba messa in disparte in quanto non voleva essere usata da nessuno perché troppo esuberante.

Di conseguenza passai dal Nero al Bianco, fu così che a 14 anni esordii con loro al Palio del Niballo, dopo essere stato allievo del grande Vittorio Zama.

Purtroppo la mia vita è stato costellata da sfortune, come accadde quando al mio primo anno la cavalla si ruppe una gamba dopo aver già terminato le prove, arrivai comunque secondo ma fu terribile: tra l’altro il cavallo che la andò a sostituire, sua sorella, fu lo stesso che si ruppe ad Ascoli alcuni anni dopo.

Massimo Montefiori con i colori di Porta Romana
  • Cosa puoi dirci della tua storia ad Ascoli?

Sono un altro di coloro che deve il suo arrivo alla Quintana all’amicizia con Gianfranco Ricci, anche perché eravamo entrambi coltivatori diretti. Dopo un anno in cui mi limitai ad aiutarlo ebbi la fortuna di esordire a Porta Romana nel 1977, dove successivamente vinsi per la prima volta nel 1980 e rimasi fino al 1993.

  • Cosa ricordi di quella vittoria?

Beh, innanzitutto una grande gioia, perché Porta Romana non vinceva da un bel pò (1965 con Gino Ricci, ndr). Era già qualche anno che avrei potuto fare di più dato che ne avevo le capacità, ma in quella giostra con Husta riuscii anche a fare il record della pista all’ultima tornata. Ancora rivedo negli occhi la gioia dei miei sestieranti e il tripudio di bandiere in aria! Rivinsi di nuovo nel 1981 sempre in sella ad Husta e così poteva essere anche nel 1982, ancora con lei, ma accadde una brutta storia…

  • Vuoi raccontarla?

Beh, mi dispiace quasi a dirlo ma purtroppo la cavalla prendendo un po' di pioggia prima di rientrare nel box si ammalò. Nonostante tutti gli sforzi del veterinario capimmo che non ce l’avrebbe fatta e corsi con una cavalla di 18 anni.

Nonostante ciò ero in testa dopo le prime due tornate, ma nell’ultima, dopo il primo impatto si ruppe un gamba: ricordo che era in piedi su tre zampe con una a penzoloni ed io mi gettai a terra in lacrime.

Mi permisero di ripetere la tornata, che dovetti effettuare con Husta ammalata, ma non sapevamo che c’era una penalità di punti per il cambio di cavallo, e in quello stato emotivo non riuscii a spingere come avrei dovuto, altrimenti avrei potuto comunque vincere: mi classificai difatti terzo.

  • Tornasti a vincere nel 1988, dopo una spettacolare caduta di Ricci all’ultima curva, che puoi dirci di quella vittoria?

Di quella Quintana in molti dicono che fu quasi un regalo vista la caduta di Ricci all’ultima tornata, ma io lì in seconda posizione c’ero, fu pienamente meritata. Sono una persona franca e voglio dire che la cosa fu anche oggetto di chiacchiere da persone di Porta Romana visto che io e Franco eravamo amici e si correva in coppia ad Arezzo, ma erano stupidaggini, quando si competeva eravamo uno contro l’altro.

  • Puoi parlarci del tuo rapporto Con Pierluigi Torquati e il Sestiere di Porta Romana?

Lo conobbi che era un ragazzino con una grande passione per le bandiere, successivamente diventò Caposestiere ma la mia amicizia con lui non era solo dovuta al lato professionale, ormai era divenuta qualcosa che ci legava come facessimo parte della stessa famiglia. Sono stato anche padrino di battesimo dei figli, un rapporto che dura tuttora.

  • Intervistando Vittorio Gaudenzi del Rione Bianco, ci ha detto che eri l’uomo più temuto dal moro in quanto in una Quintana lo “sfasciasti” per ben due volte, com’era questa temutissima “botta” all’epoca?

Ah (ride)! Ricordo che il custode dello Squarcia soleva dirmi “Tu vieni qua a rompermi il moro ogni anno!

Proprio per questo motivo Gianfranco e gli altri di Faenza mi chiamavano “il bomber” dal nome del film con Bud Spencer del 1982, era una botta terribile e rischiavi di volar via dal cavallo, ma non ne ho mai avuto timore, ora vedo dei gran cambiamenti, anche sul saraceno stesso, si fa fatica a fare dei raffronti, rimangono epoche diverse, ai tempi sembrava di correre sull’asfalto.

Avendo i miei campi ero riuscito a farmi a casa sia la pista che del Niballo che quella della Quintana, ma ora c’è il professionismo.

Massimo Montefiori durante un offerta dei ceri
  • Chi è il cavaliere più forte che hai mai visto giostrare?

Prima dei miei tempi c’erano Marcello Formica e Paolo Giusti, ma me li ricordo poco. Secondo il mio punto di vista era indubbiamente Gianfranco Ricci, colui che fatto conoscere noi Faentini e la nostra scuola dappertutto, addirittura ad Ascoli in alcuni anni eravamo 6 cavalieri Manfredi su 6 sestieri.

  • Com’è proseguito il tuo rapporto con la Quintana di Ascoli?

Ora vengo a vederla quando posso ma dovendo stare in tribuna mi prende quasi a male, vorrei tanto poter essere dietro al cassero con i cavalli.

Un altro triste aneddoto della mia vita è del 1997 quando la mia cavalla Gemona che correva con Gianluca Fabbri dovette essere abbattuta dopo aver colpito una tavoletta con lo zoccolo che volando via le squarciò la pancia: allora erano in legno, un esperienza terribile.

Ricordo che dopo aver smesso Porta Romana cambiava quasi un cavaliere ogni anno e ritrovandomi a dare dei consigli a Giovanni Clerici che corse con i colori rossoazzurri la Quintana del 2000, vidi un giovane che si allenava con lui, era Emanuele Capriotti.

Al che dissi a Gigi Torquati: “Ma voi siete delle teste di… Andate in giro a prendere ogni anno gente nuova quando avete questo ragazzo in zona tra le mani? Bloccatelo subito!”.

Difatti esordì nel 2002 con una vittoria. Una delle mie più grandi soddisfazioni avvenne qualche anno dopo quando ad una cena svoltasi al Sestiere lo stesso Emanuele mi ringraziò davanti a tutti.

259 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Σχόλια


bottom of page