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L'indissolubile legame tra Comunanza ed Ascoli: intervista a Stefania Cespi

Aggiornamento: 18 feb 2020

Abbiamo sempre pensato che la Quintana non sia solo la Giostra al “Campo” (altrimenti effettueremmo le tre tornate in un ippodromo), ma soprattutto storia, cultura e tradizione.

Tutto ciò che è storicamente accurato per noi non fa altro che arricchire la nostra manifestazione, per questo, dopo la notizia della presenza nel corteo di un nuovo Castello, quello di Comunanza, a partire dalla Giostra di Luglio 2020, abbiamo deciso di Intervistare Stefania Cespi, Presidente dell’Archeoclub di Comunanza e promotrice dell’iniziativa.



Panoramica di Comunanza

  • Ciao Stefania, potresti presentarti ai nostri lettori?

Sono Stefania Cespi, presidente dell’Archeoclub d’Italia Sede Locale di Comunanza da più di 20 anni, sono ricercatrice ed operatore museale. Ho frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Macerata, vivo a Comunanza a picco sul fiume Aso, e sono nata a Montalto delle Marche, Patria di Sisto V.

  • Parlaci dell’Archeoclub e della Società Operaia, le due associazioni che si occuperanno di far “rivivere” il Castello di Comunanza nella nostra rievocazione. Da dove è partita l’iniziativa?

L’iniziativa è partita dalla Sede che rappresento ossia L’Archeoclub sede di Comunanza, e ho coinvolto la Società Operaia che con entusiasmo ha inteso partecipare. Il tutto sarà gestito dal comune con cui collaboreremo in totale sinergia.

  • Quale è stato il ruolo dell’amministrazione comunale di Comunanza?

L’amministrazione Comunale è coinvolta tramite l’Assessore alla cultura Francesca Perugini, insieme al consigliere Luca Laurenzi che lavoreranno insieme alle succitate associazioni.

  • E’ vero che c’erano già stati in passato una richiesta o tentativo analogo che non andò a buon fine, e pare anzi che non ci fu nemmeno una risposta?

La Quintana vengo a vederla ogni anno, ho molti parenti che partecipano, una “storia” di dame tra questi stessi parenti, insomma, facendola breve: amo moltissimo questa manifestazione.

Poi la Storia mi ha detto “Ma noi siamo un Castello, perché non dobbiamo partecipare?” e così parlai col sindaco dell’epoca, Maria Paola Pizzichini.

Lei fu entusiasta della cosa, e inoltrammo una richiesta nel 2006/2007. Dopodiché non ricevendo risposta chiedemmo lumi all’allora Sindaco di Ascoli e Magnifico Messere Piero Celani, che purtroppo però non ci rispose in maniera molto esaustiva: “I Castelli sono già troppi, chissà…“ E la cosa finì li.

Io continuai a reiterare la proposta a tutti i vari Sindaci di Comunanza che si sono susseguiti, e nel secondo mandato di Alvaro Cesaroni abbiamo avuto una risposta positiva.

Ho presentato la relazione alla consulta storica e finalmente la nostra richiesta è stata accettata.

  • Parlaci adesso delle ricerche storiche effettuate e del legame tra Ascoli e Comunanza

Nella pratica le ricerche storiche erano già pronte: c’erano le pubblicazioni del Marcucci, Ferranti dell’800, o ancor prima possiamo tornare al Colucci del 1794, interi faldoni presso l’Archivio di Stato di Ascoli e di Amandola, che ci parlavano già di una Comunanza Castello di Ascoli.

Per via della mia professione, ho collaborato a varie ricerche e pubblicazioni, e approfondito le informazioni su questo castello di Montepasillo, che svettava in cima al monte omonimo.

Era il castello dei Nobili che avevano dei vasti possedimenti, tra cui alcuni degli altri Castelli che già da tempo partecipano alla Quintana, come Porchia, Patrignone e Montemonaco.

Così ci siamo detti: “Perché non possiamo partecipare noi che siamo stati sempre subalterni ad Ascoli, e l’unico strappo con la città fu attuato nel periodo Napoleonico in quanto diventammo “libero comune”?

Siamo sempre stati strettamente legati ad Ascoli, sino ad essere una frazione, considerate che originariamente Comunanza si chiamava “Comunantia Montis Pasilli Civis Distrectualis Esculi”, ossia “Distretto di Ascoli

Sappiamo chi erano i nobili di Montepasillo, sappiamo che, secondo Niccolo’ Marcucci, provenivano dai Nobili del Cottone di Siena e si estinsero ad Ascoli, e difatti abbiamo il loro palazzo in via dei Soderini.

I fratelli Giorgio e Albertino di Montepasillo firmarono il vassallaggio ad Ascoli addirittura nel 1249 con l’obbligo di “Assistere la città con 7 sette cavalli armati ogni qualvolta la città ne avesse avuto bisogno, e riconoscere per amici gli amici di Ascoli e come nemici i nemici della città”.

Il legame è sempre proseguito, a partire dal 15 A.C., passando dal periodo della Repubblica Romana, a quello dell’unità d’Italia, sino ad arrivare alla discutibile divisione delle province di qualche anno fa, quando Comunanza decise di rimanere con Ascoli: siamo l’ultimo baluardo ascolano, praticamente circondati dalla provincia di Fermo.

Anticamente, il priore, il medico ed altri servizi venivano tutti da Ascoli, l’unica cosa che non ci accomuna è il dialetto, il nostro è di tipo Fermano-Maceratese.

  • Come verrà presentato il nuovo Castello?

Ci chiameremo “Comunanza di Montepasillo”, lo stemma sarà il primo emblema araldico di Comunanza del 1500 (che in realtà è lo stesso che abbiamo ora con le varie modifiche susseguitesi nel tempo): un ponte con due fortini di cui uno cimato a ricordo della rocca di Montepasillo che fu distrutta nel 1310 e un arco sotto al quale scorre il fiume Aso.

  • Quanti e quali elementi porterete nel corteo?

Saranno presenti sei figuranti: il gonfaloniere con ai lati due alfieri, il priore (e non il castellano: il nostro era un priore nominato annualmente da Ascoli), la Castellana e il nobile di Montepasillo. Non ci saranno bambini e a sfilare vogliamo portare persone rappresentative, con una certa identità, “pezzi di storia” di Comunanza, non individui scelti a caso.

  • Quali sono stati i sentimenti provati quando è stata ricevuta la risposta positiva e quale lo spirito con cui parteciperete alla Quintana?

Grande felicità ed orgoglio! Dopo aver ringraziato con emozione tutti gli amici e amiche Ascolani che ci hanno supportato, ci siamo immediatamente messi in moto; a chi aveva un po’ di preoccupazione non sapendo come iniziare, ho risposto che siamo riusciti a fare grandi cose a Comunanza, riusciremo a fare anche questo!

Oltre a ripagare il lavoro svolto per noi sarà un grande evento, e un riconoscimento a tutto il nostro territorio, che da Ascoli pare distante chissà quanto, ma in realtà siamo più vicini di quanto ci si immagini.

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