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Immagine del redattoreSaraceno

Il nostro retaggio, tra l'ennesimo selfie e delle stories inutili.

Aggiornamento: 8 lug 2022

La forza della Quintana, quella che la ha portata non solo ad arrivare a spegnere quest’anno la 67ma candelina, ma anche al crescere, al migliorarsi ed infine ad entrare sempre più nel cuore degli Ascolani tutti (o quasi) è soprattutto quella del retaggio delle persone che hanno contribuito dapprima a crearla e poi a farla evolvere.

Personaggi come Nazareno Peci, Danilo Ciampini, Emilio Nardinocchi, Alvaro Pespani, Rirì Angelini, Mario Vitelli, Nazzareno Flaiani, Carlo Cardarelli, Giulio Franchi, Giacinto Federici, Titino Volponi, e tanti altri che potremmo aver dimenticato (e ce ne scusiamo, ma la lista sarebbe infinita).

Abbiamo personalmente passato nottate intere in sede o in taverna, sia da oratori che ascoltatori (a seconda dell’età o della situazione), occhi sgranati e sognanti ascoltando o raccontando storie di goliardia, di episodi controversi, di ripicche, di “arregne” clamorose, di lotte leggendarie tra cavalieri come Gianfranco contro Marcello, Luigi Civita contro Angelo De Angelis, Porta Maggiore con Placci che batte gli altri Faentini tra cui Poggiali nella loro epoca d’oro, ma anche di Margasini e Paci, Capriotti e Veneri.

Sì, perché la Quintana non è nata col dualismo Innocenzi vs Gubbini (al di là di quello che possono pensare coloro che con questo scontro sono nati), ne con la bellissima arte delle bandiere, che però spesso ci fa dimenticare la nostra vera essenza: la Giostra al campo e L’Ascolanità.

La Quintana di Ascoli Piceno in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960

La Quintana è nata nel 1955 con i nostri avi che ci hanno tramandato la loro storia attraverso chi li ha succeduti, come in un continuo passaggio di testimone.

Invece ci sembra che oggi, tra distrazioni e superbia, tutto questo sia andato perso.

Per le distrazioni, perché oggi non si è più così propensi all’ascolto, talmente impegnati come siamo nel condividere un momento piuttosto che viverlo davvero: sembra quasi si debba per forza essere costantemente concentrati sull'ennesima storia di instagram o su un inutile selfie piuttosto che apprendere la storia della Quintana.

La superbia perché “nquill’addre sestiere i nen ce vade”.

Purtroppo per voi suprematisti, la Quintana non è fatta da un solo Sestiere: si chiama QUINTANA DI ASCOLI, e la Quintana si fa in sei: personalmente le migliori “lezioni” di storia Quintanara le abbiamo apprese proprio dagli avversari (e no, non si tratta di “nemici”), perché magari sono aneddoti, esperienze e situazioni che al proprio sestiere non vengono mai raccontate.

Di conseguenza, se non vi siete MAI fatti una chiacchierata davanti ad un boccale di birra o un bicchiere di vino, tra di voi MA SOPRATTUTTO FRA AVVERSARI, ad esempio con persone quali Sabatino “Sabatì” Lori, Sandro “Dindo” Alfonsi, Stefano “Eraldo” Cappelli, Pierluigi “Gigi” Torquati, Alfredo “Lu boia” Giacobbi, Tonino “Lu fez” De Angelis o Raniero Isopi (solo per dirne alcuni) scusateci, ma la definizione “Quintanaro” proprio non vi si addice, siete al massimo delle persone in cerca di protagonismo indossando un vestito o peggio dei tifosi, quindi lasciate perdere.

Il futuro della Quintana siete voi nuove generazioni, ma ricordate che non esiste il futuro senza il passato, e SENZA ASCOLTARE CHI VI HA PRECEDUTO, NON SARETE MAI IN GRADO DI TRAMANDARLO.

Perché Noi siamo Passione, Noi siamo Quintana, Noi siamo Ascoli Piceno.

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1 Comment


ayuka74
Jul 07, 2022

Mio padre c’è stato dal ‘55 al ‘60! Poi per me La Quintana è stata sempre e solo passione! Sant’Orsola prima e poi Dama due volte per il mio Sestiere del Cuore: Porta Romana! La seconda volta con la mia famiglia al completo!

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