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Immagine del redattoreDama Scarlatta

Focus sulla Tenzone Aurea: intervista ad Andrea Mancini

Il 13, 14 e 15 settembre si disputeranno i campionati italiani di A1 a Faenza. In vista di questo evento abbiamo intervistato Andrea Mancini, rappresentante degli gruppo GialloBlu.


  • Per prima cosa come ti sei appassionato allo strumento e successivamente alla Quintana, passando dal gruppo comunale al Sestiere di Porta Solestà?

Io suono la tromba e a otto anni volevo fare la quintana a tutti i costi e, dopo aver ‘costretto’ mio papà, riuscì a farmi accompagnare. Al campo fu amore a prima vista! Quando sono cresciuto tutti i miei amici e tutti i miei compagni di scuola erano di Porta Cappuccina e così ho iniziato a frequentare il Sestiere… Da qui ad entrare nel gruppo musici è stato un attimo.

  • Parlaci della tua storia Quintanara, cosa significa Porta Solestà per te?

Una grande passione difficile da descrivere perché è tutto, una seconda famiglia, ma il termine non racchiude a pieno il senso… In realtà non ci ho mai pensato perché il Sestiere fa parte di me. Ad oggi i miei amici sono li, è vera vita quotidiana.

  • C’è qualcuno, o più di uno, che per insegnamenti o altro puoi considerare il tuo maestro di Quintana?

Ho iniziato da ragazzetto, avendo come responsabili musici Silverio Lauretani e Patrizio Zunica e per gli sbandieratori Massimo Massetti e Attilio Lattanzi: con loro è partito il mio percorso Quintanaro. Negli anni ho trovato e incontrato tante persone che mi hanno fatto crescere.

  • Nonostante i diversi cambi in entrambe le sezioni, chiarine e tamburi, Porta Solestà non ha mai risentito dei cambi generazionali, vincendo ininterrottamente dal 2013 i campionati di A1 e collezionando una serie di vittorie nelle gare interne dal 2012. Qual è il segreto tecnico dietro questi successi?

Non c’è un segreto, siamo un gruppo di amici che lavora insieme da tantissimi anni con il giusto mix tra i vecchietti e i più giovani molto appassionati. Ci piace stare insieme e viviamo sia il Sestiere sia il gruppo a 360 gradi. Sono vicino al ventiduesimo campionato e oltre alle vittorie ci sono state le sconfitte ma nulla cambia la voglia di stare insieme. Ho compagni di viaggio da una vita, Stefano Rosa, Francesco De Luca, Alfredo Traini e Peppe Vallesi. Il gruppo è sempre cresciuto, anche merito di una scuola under, che non seguo direttamente, eccezionale.

  • Dove si trova lo stimolo per continuare dopo aver vinto?

Lo stimolo non è dietro le vittorie ma nella passione enorme.

  • Con quale Sestiere hai percepito maggiore rivalità nel corso degli anni? E a livello italiano con quale gruppo o rione?

Tutti i gruppi meritano il massimo rispetto. Una sana rivalità, anzi per me si deve parlare di competizione. A livello cittadino sono dell’avviso che deve durare solo il giorno della Quintana o della gara e poi bisogna lavorare tutti insieme per far crescere la manifestazione. Abbiamo la grande fortuna di avere Sestieri, amministrazione comunale e ufficio Quintana che ci credono tantissimo sia alla giostra ma che non lasciano indietro le gare sbandieratori mettendo in campo sforzi economici e organizzativi importanti. Le nostre gare sono fonte di attrazione. Tutti i gruppi Ascolani sono competitivi e si allenano in maniera fortissima.

  • Senti uno spirito Ascolano che accomuna i gruppi che partecipano ai campionati o ritieni che ci sia una rivalità pari a quella delle gare interne?

Sono due mondi diversi. Ai campionati rappresentiamo Ascoli e spero sempre in ottimi risultati, ma la gara interna è la nostra gara e sono tutte e due egualmente importanti.

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