Ciao Pierluigi e grazie per la disponibilità! Come è nata la tua passione per i cavalli ?
Vengo da una famiglia che ha sempre fatto parte di quell'ambito, in quanto mio nonno da parte di madre era un maniscalco, mio padre aveva dei cavalli, il padre di mio zio era un veterinario e mio zio stesso, Gianluca Chicchini, era un cavaliere che ha vinto quattro volte la Quintana di Foligno.
Di conseguenza a casa ho sempre respirato questa aria e questa cultura.
Nonostante mio padre avesse semplici cavalli da passeggio frequentai subito la scuola di equitazione perché volevo avvicinarmi a quel mondo in maniera tecnica, ma sino ai 20 anni mi sono dedicato solo alla disciplina del salto ad ostacoli.
Successivamente come sei passato a quintane e giostre?
Nel 2011 mi fu proposto di correre la Quintana di Foligno per il Rione Badia, io mi trovavo in un momento nel quale avevo bisogno di fare un salto di categoria, sia a livello di gare che di cavalli e fondamentalmente se sei di Foligno ti viene voglia di andare a cavallo perché vedi la Quintana, le persone si appassionano per questo motivo, oltre che per il fatto di avere i cavalli in casa.
Il primo Luglio mi annunciarono che avrei dovuto gareggiare nella Giostra della rivincita di settembre, ma non avevo mai tenuto in mano una lancia e le persone mi dicevano “Guarda che stai andando a correre in Formula 1 ma non hai mai corso nemmeno con i go kart”. Non ho avuto un percorso in crescendo con eventi minori come Moie, ho cominciato direttamente da Foligno. Avendo un altro lavoro non mi sono mai dedicato a un numero troppo grande di Quintane, ho sempre pensato che facendo troppe cose con poco tempo si rischia di bruciare tutto e non ne vale la pena, meglio poche competizioni da fare nel miglior modo possibile.
Inizialmente solo Foligno, poi Servigliano, Sulmona (non svoltasi per il covid) e quando infine mi hanno proposto di correre ad Ascoli ho accettato subito tralasciando Sulmona per poter correre le due Quintane che sono le manifestazioni più importanti d’Italia.
Avevi mai visto la Quintana di Ascoli dal vivo in precedenza? E se si, quali sono le cose che si notano immediatamente da fuori e quali quelle che si vedono solo quando uno “ci sta dentro”?
Si, ero venuto diverse volte e diciamo che, ogni volta che si parla della Quintana di Ascoli si nomina sempre il bersaglio e la sua durezza, mentre a Foligno ci si concentra più su velocità e tecnicità della pista.
Solo quando ti ci misuri capisci com’è davvero, prima è solo un chiacchiericcio, con ognuno che dice la sua: “devi fare così”, altri “ma no devi fare in quest’altro modo”, chi ti dice che “la botta è forte”. Solo cominciando ad allenartici comprendi quello che è l’impatto, va affrontato e preparato in maniera precisa e con rispetto.
Al riguardo della sfida col moro, qualche tuo collega Folignate che partecipa alla nostra Giostra ti ha dato dei consigli?
Sono colleghi con cui ho un bellissimo rapporto ma è normale che non ci si possa confrontare su queste cose, sarebbe irrispettoso verso il proprio Sestiere e la propria scuderia.
Come hai trovato invece il tracciato a livello di traiettorie?
Sono completamente diverse in quanto non si va a colpire un moro che si trova dalla stessa parte in cui impugni la lancia come a Foligno, ma dal lato opposto: bisogna affrontarle in maniera totalmente opposta.
Piano piano, giro dopo giro si capiscono meglio e si comincia a “masticare” sempre di più la faccenda, inizialmente ti viene sempre di fare la traiettoria classica “da anello”, quindi bisogna curare molto l’ingresso sulla diagonale.
Essendo tu un esordiente vorremmo chiederti come hai trovato l’ambiente Ascolano: spesso ci viene detto di essere anche troppo “caldi”
Purtroppo non ho ancora vissuto ne il giorno della Giostra ne quello della cena propiziatoria, siamo anche in un periodo molto particolare, “limitato” se così si può dire, di conseguenza non posso ancora esprimermi completamente, ma sono sicuro che tra due giorni mi sarò fatto un’ idea. Di sicuro vedo una città che nella sua totalità, non solo a livello di Sestiere, è molto coesa intorno alla manifestazione.
Come hai trovato la nostra pista visto che è rimasta ferma due anni?
Ovviamente non posso fare confronti con gli anni precedenti perché non c’ero, ma posso dirvi che la ho trovata a volte più veloce ed altre più lenta, solo durante una prova era leggermente meno regolare ma dal punto di vista della sicurezza la ho vista sempre a buon livello, e l’importante è questo: d’altronde se la pista è veloce lo è per tutti, se è più lenta idem. Inoltre gli addetti hanno a che fare anche con il meteo, se si viene da 15 giorni di caldo africano o da una giornata particolarmente ventosa cambia tutto.
Quali cavalli vedremo in pista sabato?
Saranno Look Amazing e Sera d’estate.
Che Giostra ti aspetti sia dal punto di vista personale che in generale?
Io cercherò di fare la mia gara, regolare, senza trascurare velocità e precisione e, senza fare strategie nei confronti degli altri, e vederemo alla fine dove saremo arrivati. Per quel che riguarda la concorrenza vedo una gara apertissima, i cavalieri sono “tutti lì”, molto esperti e preparati: sarà la determinazione a fare la differenza.
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