Ciao Mariangela e grazie per la disponibilità! Vorremmo analizzare con te la giostra di Luglio: a nostro parere Pierluigi Chicchini ha fatto una Quintana in crescendo dopo una prima tornata di apprendistato. Qual è invece la tua valutazione e quella del tuo comitato?
La valutazione è davvero molto, molto positiva, soprattutto visto l’impegno che Pierluigi ha profuso per prepararsi alla nostra Giostra. Nonostante sia un cavaliere che può attestarsi tra i primi in Italia, conosciuto e vincente in altre manifestazioni, qui era un esordiente ed ha messo da parte altre gare come Servigliano per prepararsi al meglio: personalmente essendo reduce da tante e tali delusioni vedere un cavaliere che si comporta in questo modo, impegnandosi e rinunciando anche ai compensi di altre competizioni è stato un risultato straordinario. Lo avevamo visto in prova ed avevamo delle buone sensazioni poi confermatisi in gara, e vorrei anche ringraziare la scuderia di Max Ferri che ha messo a disposizione delle cavalcature davvero brillanti.
Come mai è finita con Riccardo Raponi e come siete arrivati all’ingaggio di Pierluigi?
Semplicemente Riccardo tra agosto e settembre dello scorso anno ci ha comunicato che non era più sua intenzione partecipare alla giostra. Per quanto riguarda Chicchini invece è un amore che nasce da lontano: dopo il mio insediamento visionammo diversi cavalieri che vennero a fare una giornata di prove presso il maneggio di Franco Melosso, e tra coloro che si distinsero individuammo Jacopo Rossi e proprio Pierluigi, che però per quell’anno ci chiese di limitarsi a fare da “secondo”. Io ero entusiasta, ma alla prima esperienza da caposestiere, e non avevo la stessa fermezza e maturità che possiedo attualmente: mi feci convincere che mettere in competizione due cavalieri non era la scelta giusta e quindi in quell’occasione saltò tutto.
Successivamente ci fu un ulteriore riavvicinamento nel 2017, ma anche li non ci furono le condizioni, e alla fine si è arrivati a quest’anno quando siamo riusciti a “portarlo a casa”. Sintetizzando il tutto possiamo dire che lo abbiamo rincorso tanto e che abbiamo sempre creduto nelle sue potenzialità e nel suo talento.
Qual è il progetto che avete messo in piedi con lui? E c’è già un giovane che volete affiancargli?
Il secondo cavaliere, portato proprio da Pierluigi, è Matteo Peroni di Ascoli, ed è così che abbiamo composto la nostra squadra, sia per oggi che per il futuro.
Quanto è stato difficile per i Sestieri sia a livello economico che sociale questo anno e mezzo di pandemia?
E’ stato difficilissimo: Sestiere vuol dire inclusione, e va vissuto da tutti perché, e sapete come la penso, la Quintana è dei Sestieranti, non solo dei figuranti. Posso però ritenermi fortunata perché credo che in questi dieci anni i comitati che si sono succeduti sono stati in grado di far comprendere a tutti i nostri ragazzi cos’è l’appartenenza, e questi giovani nonostante siano stati privati delle bandiere, dei tamburi e delle gare hanno dimostrato di amare la giostra e la Quintana, essendo presenti e dividendosi tra scuderia, cucina, bar, sono ovunque. Questa la considero una vittoria.
C’è stato il rischio di perdere un’intera generazione di giovani?
Si, anche perché senza entusiasmo c’è il pericolo che tutto finisca. Ma nel nostro Sestiere ci sono persone che sono entrate da bambini e ora sono degli uomini, si sono sposati e sono diventati anche genitori.
Devo dire che, proprio grazie a loro, mentre negli altri anni parafrasando il libro di Paolo Giordano soffrivo di quella che io chiamo “la solitudine del Caposestiere”, in questi mesi non mi sono mai sentita sola.
A livello personale come Mariangela Gasparrini, com’è stato il 2020 senza Quintane?
In una sola parola direi terribile, ed essere riusciti ad organizzare questa Quintana (dopo un anno particolarmente difficile anche a livello personale), mi ha ridato la vita. Riascoltare squilli di chiarine e rulli di tamburi, riaprire la sede, fare la cena propiziatoria, effettuare le prove al campo… È stato meraviglioso tanto quanto è stato triste il 2020, e io sono tra i “dementi” che avrebbero voluto fare la Quintana anche lo scorso anno.
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