Ciao Nicholas, innanzitutto grazie per la disponibilità! Vorremmo partire dal principio e chiederti come ti sei appassionato al mondo dei cavalli e successivamente a quello delle giostre
Mio padre correva a cavallo ed ho iniziato grazie a lui, a metà anni 80 disputò anche la Quintana di Ascoli per tre volte con Porta Solestà. Inizialmente giocavo a calcio, poi dissi basta e decisi che ciò che realmente volevo fare era andare a cavallo e da lì è iniziata tutta la mia storia.
Come sei arrivato alla Piazzarola?
Inizialmente avrei dovuto essere il secondo cavaliere: correvo “ad iscrizione” ma riuscivo a farmi notare ed arrivò questa chiamata. Avrei dovuto solo effettuare qualche prova per poi intavolare un discorso futuro visto che il loro primo cavaliere era Alessandro Culatore ma successivamente decisero di farmi esordire. Purtroppo il progetto si interruppe nel 2019 ma sono felice che mi abbiano rinnovato la fiducia e con loro mi trovo benissimo.
Quali sono state le sensazioni nel tornare al campo Squarcia anche solo per delle prove?.Ti sei emozionato?
Assolutamente! È stata una sensazione bellissima, un brivido lungo la pelle. Per quanto riguarda sabato non so come sarà il tutto visto che ci sarà meno pubblico, però anche solo entrare a provare, seppur con gli spalti vuoti è sempre un’emozione.
Cosa puoi dirci del tuo anno di esordio e di ciò che provasti a debuttare così giovane?
E’ stato bellissimo. A luglio mi infortunai ma per fortuna riuscii a recuperare per Agosto: mi feci male al polso e sarebbero dovuti passare almeno 3 o 4 mesi prima di tornare in campo, invece dopo 10 giorni ero già li a provare. I Sestieranti mi fecero sentire tutto il loro affetto e il loro calore, e fu come una vittoria per me.
Come hai trovato l’otto dello Squarcia visto che è rimasto fermo quasi due anni?
È completamente diversa da come l’ho lasciata io, in quanto nel 2018, mio ultimo anno di giostra, era stata appena rifatta ma non si era ancora assestata, quindi in curva “teneva” molto poco, anche a causa del caldo. Ora è cambiata, magari in alcune prove in qualche punto non era perfetta ma è molto migliorata, più sicura e più bella da scorrere.
C’è un modello a cui ti ispiri come cavaliere?
In tutti gli sport si guarda sempre ai campioni ed ai migliori per cercare di imparare. Nel calcio ad esempio il metro di paragone sono CR7 e Messi, nel mondo delle giostre è inevitabile pensare a Luca Innocenzi, ma anche a Massimo Gubbini così come ai grandi cavalieri del passato come Paolo Margasini, Luca Veneri o Gianni Vignoli: gente che ha vinto e che ha scritto la storia e soprattutto nel settore dei cavalli c’è da trarre insegnamento da chiunque, se però devo dire un solo nome del momento attuale, per talento e numero di vittorie la fonte d’ispirazione è sicuramente Innocenzi.
Puoi parlarci brevemente dei cavalli che porterai per la Giostra di sabato?
Sono gli stessi che avete visto alle cronometrate, Con il cuore e Oro di Gallura, non posso dirvi con chi correrò ma nelle prove di stasera e di domani li testerò entrambi ma solo per mettere a punto gli ultimi particolari. È inutile correre dei rischi, sono dell’idea che si vince sempre in corsa e non in prova.
Quali sono secondo te le particolarità della Quintana di Ascoli?
Ad Ascoli non puoi permetterti di sbagliare nessuna traiettoria: basta un piccolo errore e si rischia di farsi male con il Moro o di prendere una tavoletta che equivale ad andare un secondo e mezzo più lenti in termini di perdita di punteggio. Nelle giostre ad anelli inoltre se allarghi un poco la traiettoria non succede nulla e magari l’anello lo prendi comunque, ad Ascoli se arrivi male sotto al moro poi te ne accorgi… E’ questa la sua bellezza, a livello tecnico credo sia la più difficile da affrontare.
Come ti sei sentito a dover guardare le due giostre del 2019 da fuori?
Diciamo che ho “rosicato”, a me piace sempre competere e non guardare gli altri, difatti molto difficilmente vado a vedere di persona una giostra a cui non partecipo, preferisco farlo da casa perché voglio essere protagonista e correre, anche se è ovvio che le seguo perché bisogna sempre imparare.
Com’è stato il lavoro durante l’anno?
Vorrei ringraziare la mia famiglia, mio Padre e tutta la Scuderia Lady che con Enrico Giusti mi ha messo a disposizione delle ottime cavalcature: sono andato anche ad Arezzo a montare i cavalli da lui più volte e mi ha aiutato anche con tecnica e traiettorie. Siamo riusciti a formare una squadra molto affiatata di cui sono davvero contento, così come di tutto il lavoro fatto nell’anno appena passato che ci ha permesso di avere un buon parco cavalli: non vedo l’ora che sia sabato!
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