Buongiorno Massimo, puoi parlarci della tua “Storia Quintanara” e del percorso che ti ha portato dall’essere sbandieratore fino a diventare presidente del consiglio degli anziani? Possiamo immaginare che sia nato tutto con tuo padre Albano, storico sestierante di Porta Solestà e suo ex presidente onorario…
Quando si respira aria di Quintana da sempre è impossibile non appassionarsi. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che mi ha fatto vivere la Quintana in maniera attiva, dentro il sestiere, vestendone i colori sin da bambino, passando di ruolo in ruolo: paggetto, valletto, portatore della "Bandiera Canadese", portabandiere ed infine sbandieratore.
Questo lo debbo ovviamente a mio padre, che è sempre stato parte attiva del Sestiere e, come si può immaginare, come tutti i ragazzi che hanno avuto un genitore, un fratello, un parente legato a questa realtà cosa possa lasciare all'interno della famiglia: un senso di appartenenza viscerale, una passione fortissima, ma sempre nel rispetto degli altri colori, e in nome di un valore ancor più grande che è quello della città di Ascoli.
Cosa rappresenta e significa per te la Quintana?
Ho avuto la fortuna di vivere la Quintana sin da piccolo, in varie fasi della mia vita, passando dall'essere figurante fino al mondo delle bandiere, dell'agonismo, della gara, e da adulto anche la parte della scuderia e dei cavalieri.
Qui ho avuto modo di conoscere meglio uno dei protagonisti indiscussi della giostra, ossia il cavallo, che va seguito, rispettato e protetto.
Poi c'è stata l'ultima fase, che è quella che ti fa cambiare prospettiva perché consente di conoscere la Quintana a tutto tondo: la Quintana che fa del bene alla Città e la Città che fa del bene alla Quintana, una sinergia magica tra entrambe.
Immaginate cosa fa Ascoli per la Quintana (che a livello di rievocazioni storiche è molto quotata) e quello che la giostra fa per la città ed il territorio: pensiamo alla ricaduta che tutti gli eventi hanno in termini turistici.
Per far conoscere la Quintana a 360 gradi ogni figurante, ogni volontario conta: si cerca di portare la performance di tutti a livelli sempre più alti affinché lo spettacolo da offrire sia sempre più bello ed appassionante.
Ci tengo a specificare che in me continuano a convivere tutte le mie vite Quintanare: quella di oggi non mi fa dimenticare né l'epoca del paggetto né quella dello sbandieratore (e questa è un tatuaggio che porto sulla pelle), e nemmeno quella del binomio cavallo-cavaliere, rimangono tutte ben impresse nella mia mente e nel mio essere.
Qual è il tuo ricordo più bello legato alla Quintana?
A ben pensarci, la Quintana è fatta di emozioni, di gioie, di pianti, quindi di ricordi belli o brutti ce ne sono veramente tantissimi.
Si lavora un anno intero per la giostra, quindi se dovessi sceglierne uno solo non posso non ricordare quando un intero quartiere è sceso in strada per festeggiare una vittoria che mancava da 18 anni: mi riferisco quindi all'edizione del 1993 quando Paolo Maragsini su Renè riportò il palio a Porta Solestà dopo questo lunghissimo lasso di tempo.
Il Coronavirus ha colpito duramente tutti gli ambiti della nostra vita, ed anche la Quintana si è dovuta preparare ad affrontarlo rimandando preventivamente l'edizione di luglio ad ottobre e dovendo cancellare tutte le manifestazioni “collaterali” alla giostra. Quanto è stato difficile prendere questa decisione?
In tutta sincerità, per quanto riguarda questo anno in particolare, lavorando in ospedale ed essendo un sanitario, ho ben inquadrato, insieme al CDA ed al Magnifico Messere la criticità del momento, tant'è che la Quintana di Ascoli aveva invitato i Sestieri a interrompere le prove di sbandieratori e musici ben prima che uscissero i decreti.
Ciò significa che la sensibilità, l'attenzione alla sicurezza e la comprensione della difficoltà del momento ci sono state sin dall'inizio, perché quello era un momento di aggregazione e quindi di massimo pericolo.
Devo dire che i Sestieri hanno recepito immediatamente questo invito, ed anche da parte loro c'è stata la più grande attenzione possibile verso un problema che ancora non avevamo ben chiaro ma che in qualche modo si percepiva già come molto serio, e quindi questa è anche una risposta al fatto che nel mondo della Quintana c'è massima attenzione, e mai si farà nulla se non ci sono i presupposti sanitari, di sicurezza e legislativi.
Siamo tutti convinti di provarci fino in fondo, ma lo faremo solo ed esclusivamente se le condizioni saranno idonee, altrimenti la sicurezza viene prima di ogni altra cosa.
Quali sono stati tutti i fattori da tenere in considerazione, magari sconosciuti al grande pubblico che non “vive e respira” Quintana come i Sestieranti? Molti hanno addirittura affermato che sarebbe stato il caso di annullare tutto...
Nella vita sociale ci sono varie entità: il governo, la regione, il sindaco, ognuno di questi è un centro di responsabilità che si occupa di molte questioni a diversi livelli. Ci sono poi anche persone che si occupano di manifestazioni storiche.
E una manifestazione storica non può essere legata solo ed esclusivamente alla parte della tenzone, perché, come detto in precedenza, la Quintana ha una ricaduta importante sul tessuto cittadino: sociale, economica e turistica.
Quindi dalla nostra parte si è sentito quasi il dovere di poter fare qualcosa, sempre ribadendo i requisiti di massima sicurezza.
Ma questo dovere non è finalizzato esclusivamente alla Quintana, ma alla nostra città e al suo indotto.
In più c'è da dire che gestire la Quintana, un Sestiere e la manifestazione tutta porta delle responsabilità non indifferenti perché al termine della Quintana c'è solamente un mese di pausa circa (e nemmeno quello per sbandieratori e musici che a settembre sono impegnati nei campionati nazionali), per quel che riguarda la programmazione dell'anno venturo: pensiamo ai cavalli e alla loro preparazione, anche al fare investimenti sull'acquisto di nuove cavalcature.
Un Sestiere alle sue spalle ha delle responsabilità da portare avanti che non sono minimamente paragonabili alle necessità che viviamo oggi, ovvero quelle sanitarie e del mondo dell'economia e del lavoro, però come dicevo prima, ognuno nel suo ruolo deve portare avanti il suo settore.
Tante persone che vivono un Sestiere in maniera marginale, e non magari da dirigente possono non conoscere tutte le sfaccettature: i capisestiere così come i comitati e il Consiglio degli anziani, oltre ad avere quelle che sono le preoccupazioni di tutti, che ribadisco sono prioritariamente quelle sanitarie, economiche e sociali hanno anche quella di continuare nel loro lavoro e portare avanti tutto ciò che era stato preventivato per l'attività Quintanara del 2020, che prevede incombenze non indifferenti.
Pur facendo tutti gli scongiuri, nel caso si debba arrivare ad un annullamento totale, quali sarebbero le conseguenze sia per l’ente che per i Sestieri? Questi ultimi a livello economico rischiano di pagare un prezzo elevatissimo.
Posso rispondere a livello generale, essendo in diretto contatto con tutte le maggiori rievocazioni storiche italiane, perché sono un componente della FIGS (Federazione Italiana Giochi Storici). La preoccupazione è un po’ di tutti perché i Sestieri, i Rioni e le contrade si reggono con le proprie attività e con la manifestazione, con quest'ultima che si regge grazie a se stessa.
Cerco di spiegarmi meglio: le varie rievocazioni italiane si tengono insieme grazie alla manifestazione e a tutto il suo indotto, quindi più che parlare di Quintana di Ascoli parlerei di una preoccupazione nazionale e di tutto il settore. In questo momento ci stiamo confrontando tutti, cercando di rinviare ad una data autunnale per avere un’opportunità, a partire da Siena sino a tutte le varie Giostre: l'intento è trovare una finestra per far sì che il 2020 non venga del tutto annullato.
Un altro degli eventi annullati è stato purtroppo la tenzone Argentea che si sarebbe dovuta tenere nella nostra città. Ascoli è pronta a riconfermarsi per il 2021?
Come FISB abbiamo pensato di annullare le tenzoni perché oltre ai problemi che ci saranno nelle prossime fasi per gli assembramenti, la difficoltà maggiore è quella di far spostare e far incontrare persone provenienti da regioni diverse. Tuttavia abbiamo dato la possibilità alle organizzazioni (qualora lo volessero e dopo aver verificato le coperture) di riconfermarsi per il 2021 non riaprendo i bandi.
Come giudichi le due Quintane del 2019?
Quella di Agosto 2019 rappresenta l'espressione di un gioco di squadra condiviso, partendo da un corteo fluido, snello, elegante ed imponente, arrivando ad una gara in cui tutti sono stati impeccabili, è stata la più veloce di sempre mantenendo al contempo una sicurezza a livelli di eccellenza.
Pensiamo anche agli addetti al Moro: non so in quanti lo scorso anno si sono accorti che è stata modificata la loro azione testata e ritestata durante le prove e risultata vincente, perché con l'aumentata velocità delle tornate avevano un tempo inferiore per poter operare. Si è passati da un singolo uomo che si occupava di tutto a tre uomini che hanno ognuno un compito e ciò ha permesso di velocizzare ed ottimizzare i tempi, e mai si sono trovati in difficoltà.
I risultati sono stati godibili da tutti: abbiamo visto una giostra dove all'ultima tornata tutti e sei i cavalieri sono scesi in pista (tempi addietro abbiamo ricordato diverse giostre ad eliminazione con soli tre o quattro cavalieri a terminarla) e ben quattro di questi avevano la possibilità di vincere il Palio.
Credo che questo sia un ottimo risultato in termini di performance, pathos e qualità della manifestazione.
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