top of page
Immagine del redattoreLa Tavoletta Imbruttita

A tu per tu con Minardi (Parte I)

Aggiornamento: 25 lug 2019




  • Chi è Riccardo Minardi e come si è avvicinato alla Quintana di Ascoli?

Negli anni ’70 si è iniziato a parlare di questa Quintana essendoci un faentino famosissimo, tale Franco Ricci. Io e altri miei coetanei abbiamo iniziato a chiederci cosa fosse e proprio Ricci ha fatto da traino per l’intera scuola faentina. A quel tempo seguivo Pierpaolo Placci. Nel 76 sono venuto a vedere la giostra e nel ’77 ho partecipato proprio con Placci, contattato da Porta Maggiore: da lì è iniziata la storia! Nel ’79 si vinse la prima Quintana con Placci e la scuderia del rione bianco, poi Poggiali che vinse nell’86, il periodo di Vignoli con Borghesia e poi Veneri. Sono più di quarant’anni che frequento la piazza di Ascoli con alterne fortune, ma in realtà sono soddisfatto…ho solo qualche rammarico per alcuni episodi controversi…


  • A questo proposito lei ricorda sempre un momento in particolare…

La Quintana dell’agosto del ’94 è una ferita aperta nonostante sia passato molto tempo. Il ricordo è brutto, ma il palio sta in un’altra sede e via: tutti hanno visto, ma non si è voluto approfondire e i miei sestieranti sbagliarono nel prendere a calci le tavolette, rendendo impossibile un giudizio sereno. La penalità fu inventata ma ci siamo rimboccati le maniche insieme a Gianni: nel ’95 si perse per 20 punti ma nel ’96 arrivò un palio che ci ha ripagati della grande amarezza.


  • Un giudizio sulla quintana appena disputata, visto che era allo Squarcia domenica (Innocenzi a parte)?

Porta Maggiore è stata una piacevole sorpresa anche senza il cavallo di punta. Scendere in pista senza la cavalcatura che hai scelto e fare certe cose non è da tutti. Zannori è sicuramente un valore aggiunto, Innocenzi deve stare attento.


Gubbini l’ho visto un po' appannato, ma il talento non è scalfito, è sempre un grandissimo cavaliere. Il lavoro c’è stato, lo so, ma non sempre paga: il cavallo è un animale che non parla, va interpretato e a volte ci vuole più tempo. La sensibilità per creare un binomio vincente richiede un rapporto per 365 giorni l’anno, una cosa sbagliata e salta tutto come la ferratura sbagliata a Flower Bud nel ’93 che ci costò un’infiammazione.


Melosso ha fatto un ottimo debutto, l’ho visto tanto migliorato anche a livello fisico, è dimagrito e si è allenato.

Sant’Emidio non pervenuto, non era convinto.


Picchioni tecnicamente non si discute, è un cavaliere di prim’ordine, ma il tempo è tiranno: ingaggiato a fine gennaio, ha avuto meno tempo per prepararsi. Qualche stupido ha fatto apprezzamenti sulla condizione del cavallo, ma chi è dentro all’ambiente sa che le cose non si improvvisano e il tempo per Fabio è stato poco. A cavallo ci sa andare, deve cercare una cavalcatura più performante e sabato alle prove vedremo. Io sono fiducioso. Alcune discussioni per il potere e non per i colori sicuramente non aiutano la situazione. Se guardiamo a Lionetti vi dico che l’ho portato io, non lo conoscevo bene, il primo anno ha fatto cose eccelse ma poi non è cresciuto.


  • Anche il fatto che ad Ascoli si corra con i purosangue e lui sceglieva i mezzo ha influito?

In scuderia quando lo portai io aveva due mezzosangue e un purosangue, un ottimo cavallo che era Subarcu, discusso, ridiscusso, bocciato…lasciamo stare queste vicende pietose. Ha presentato Plutarco l’anno scorso con responsi incoraggianti, ma per girare a certi livelli bisogna costruirsi per tappe e forse lui le ha bruciate. Nell’ultima Quintana, padre e figlio hanno fatto delle scelte da rispettare ma non condivise da me, per questo mi sono allontanato. Le giostre si vincono col sudore, preparando cavalli giovani, creando le cavalcature: se ti vendono un cavallo di 10 anni è perché ha finito. Mi hanno anche accusato di avergli fatto comprare dei mezzosangue ma forse erano distratti perché il signor Lionetti aveva un mezzo e 3 puro, ma completamenti sbagliati, tutti anzianotti, con tare fisiche già preimpostate. Spero che il ragazzo si formi in quintane minori per poi forse anche tornare ad Ascoli, deve investire su sé stesso e spendere a livello tecnico per costruirsi prima che pensare a cavalli già belli e formati. Prima di puntare il dito bisognerebbe chiedersi perché nessuno a Faenza, nonostante la crisi, lo abbia cercato.


  • La vittoria più bella?

Mi ha emozionato molto la Quintana di Lionetti dopo l’infortunio: ha finito la sua prima quintana. Le gioie non sono fatte solo dalle vittorie ma anche dalle situazioni. Al sestiere c’era qualcuno che sorrideva perché Picchioni ha fatto meno punti di Lionetti ma se andiamo ad analizzare le situazioni, Fabio ha girato meglio. Ognuno vede le cose a modo suo, è anche questo il bello della Quintana.

300 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


Commenting has been turned off.
bottom of page