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La voce dell'esordiente Davide Dimarti

Aggiornamento: 11 ago 2024

  • Buongiorno Davide e grazie per la disponibilità. Per prima cosa volevamo chiederti: com'è iniziata la tua passione per i cavalli e successivamente per le giostre?

A differenza di molti altri cavalieri non ho nessun familiare che in qualche modo mi abbia trasmesso questa Passione, tutto è iniziato quando per il mio quinto compleanno ho chiesto ai miei genitori di poter fare una lezione di equitazione e, anche se tutti mi dicevano che ero molto piccolo, non mi importava: da quel giorno scesi più da cavallo.

Successivamente ho iniziato con il mio primo trotto, galoppo e primi salti, in seguito i primi concorsi.

La Passione per la Quintana è iniziata nel 2019 quando il maneggio in cui stavo forniva i cavalli per la sfilata e mi diedero la possibilità di trovarmi al fianco del cavaliere, che quell'anno era Fabio Picchioni.

Proprio da quella sfiata iniziai ad appassionarmi a questo nuovo mondo ma sempre “da esterno”, come spettatore diciamo, senza mai immaginare, quel giorno, che potessi esserci io come cavaliere.


  • Quali sono stati i passi successivi che ti hanno portato alla Quintana?

Iniziò tutto iniziò due anni fa con il Sestiere di Sant’ Emidio quando nacque il progetto che prevedeva di affiancare a Pierluigi Chicchini un giovane da crescere e formare, e Pierluigi scelse me. Cominciai ad allenarmi con lui andando anche a Foligno, dove lo scorso feci il master per giovani cavalieri, ed è stata una bella vetrina.

Successivamente quando Pierluigi lo scorso anno cadde nelle prove prima della Quintana di Luglio il progetto  finì e decisi di chiudere il rapporto con il Sestiere di Sant’Emidio.


  • Com’è arrivata la chiamata della Piazzarola?

Prima della loro chiamata ho conosciuto Max Ferri, il proprietario della scuderia “Isola Azzurra”, che forniva le cavalcature alla Piazzarola e mi aveva affidato qualche cavallo da “muovere” per la Quintana. Gli piacevo come ragazzo, come montavo, ma soprattutto apprezzava la mia Passione per gli animali. 

Davide Dimarti con il caposestiere Carlo Bartoli

  • Per quanto riguarda Max, volevamo chiederti che ruolo hanno avuto lui e la sua scuderia nella tua crescita. 

Beh, sicuramente sono stati importantissimi perché quest'anno abbiamo lavorato molto, anche grazie alle cavalcature messe a disposizione. Averne quattro vuol dire entrare più volte possibili nel campo, potendo provare diverse situazioni che potrebbero accadere in gara e fare molta più esperienza di quella che si farebbe normalmente in un solo anno.


  • A proposito dei cavalli, volevamo chiederti se hai già deciso quali sono i due destrieri a cui ti affiderai

Sinceramente, si sono comportati davvero tutti molto bene: ieri ho provato anche la terza cavalcatura e sono ancora leggermente indeciso per un fatto di esperienza essendo tutte all’esordio. Molto probabilmente porterò “Matty Miller” e “Piccola Greta”.


  • C'è un cavaliere a cui ti ispiri, magari al livello tecnico?

Sicuramente i due grandi colossi a cui guardare sono Luca Innocenzi e Massimo Gubbini. Di Massimo mi piace il suo stile, come monta, mi rivedo molto in lui. 

Invece di Luca apprezzo la rabbia, l’agonismo e la voglia di vincere. Inoltre quest’anno grazie al master dei cavalieri ho avuto modo di conoscere due persone davvero splendide che mi hanno dato una grande mano: Paolo Margasini ed Emanuele Capriotti che hanno scritto la storia ma sono prontissimi ad aiutare i giovani.


  • Secondo te quali sono le difficoltà e le peculiarità tecniche che la Quintana di Ascoli propone?

Credo che sia una delle giostre più complicate a livello tecnico perché, oltre al cavaliere anche il cavallo deve avere un livello elevatissimo, le traiettorie devono essere precise, ci sono punti in cui il cavallo deve allungare la falcata, ma altri in cui si deve “richiudere” e “stare con il cavaliere”. Sono punti dove ognuno disegna le sue traiettorie, ma bisogna farle chirurgicamente per non toccare le tavolette.

Poi ovviamente c’è la botta del moro, e la cosa più difficile sicuramente è quella di ricomporsi il prima possibile dopo l’impatto, per stare lontano dalle siepi e impostare bene la curva facendo sì che tutta la situazione sia il più agevole possibile per il cavallo in modo che non si sbilanci.


  • Volevamo chiederti, anche se la risposta potrà essere scontata, se senti di più la pressione giocando in casa

Beh, sicuramente sì, però ho notato che, anche se ogni volta che si scende in campo il cuore batte a mille, una volta presa la lancia in mano si pensa solo a fare la tornata e a stare con il cavallo, il pubblico e tutto il resto va in secondo piano. 


  • Qual è l'obiettivo che vi siete prefissati per questa Quintana?

Per quella di luglio, sicuramente il fare tre tornate pulite, senza colpire tavolette e con più centri possibili: il tempo verrà lasciato un pochino da parte, visto che toccare una penalità costa 30 punti che equivalgono ad 1 secondo e ½, è quindi inutile abbassare il cronometro se poi si prendono delle siepi.


  • Ti facciamo grandi in bocca a lupo e ti ringraziamo tantissimo per la disponibilità. 

Grazie a voi e crepi il lupo!


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