top of page
Immagine del redattoreSaraceno

"I cavalieri hanno onori, oneri e sono punti di riferimento": la Quintana vista da Tommaso Finestra

  • Ciao Tommaso e grazie per la disponibilità! Innanzitutto vorremmo partire dallo scorso anno, tua prima esperienza qui ad Ascoli, senz'altro positiva: sei andato in testa alla prima tornata in entrambe le Quintane, sei stato l’unico a fare 18 centri nei due appuntamenti… Tu come l’hai vista?

Vi posso dire che per quanto riguarda lo scorso anno dal punto di vista personale sono rimasto molto soddisfatto ed entusiasta di come ho reagito in termini di atleta a quella che è stata un'occasione e una situazione fuori dagli schemi.

Era la prima volta che mi capitava di subentrare in una situazione già avviata, però sostanzialmente avevo dalla mia la fortuna di aver fatto, seppur limitatamente, esperienza in altre giostre: 4-5 anni a Foligno, 5-6 alla corsa all’anello di Narni che mi hanno dato un bagaglio esperienziale e culturale in ambito giostresco da poter applicare in quella situazione.

Ciò che a mio avviso è uscito fuori, per forza di cose, è l’istinto, perché le situazioni, piuttosto che create con il lavoro di un anno, erano già definite e da interpretare, ad esempio quella con il cavallo: mai montato.

Oppure la gara in sé: non avendoci mai partecipato prima ho potuto sfruttare soltanto quei due turni di prove fatti con Luca (Innocenzi, ndr) quando, inizialmente, circa una settimana, dieci giorni prima, avrei dovuto sostituire lui.

A quella prestazione, cercherò di aggiungere l'esperienza, che fa da tesoro e da enorme punto di riferimento per quello che è il progetto visto il lavoro di un intero anno: lavoro svolto per arrivare a queste due giostre il più preparato possibile, soprattutto ho voluto capire e lavorare sui dettagli da migliorare, e questo si può ottenere soltanto con gli anni.

Io, ma da quel che mi è sembrato di capire anche il gruppo dirigente ed il Sestiere, sono rimasto molto soddisfatto: abbiamo portato tre cavalli che si sono distinti molto positivamente, e ognuno di loro ha fatto un percorso differente stanti le loro caratteristiche, età ed esperienza. 

Attendo con ansia quello che sarà il verdetto della Quintana: da una parte c’è la necessità di ottenere, se possibile, la Vittoria, che poi è l'unica cosa che riesce a soddisfare e soprattutto a ripagare il lavoro che viene svolto durante i 12 mesi, sono molto curioso di vedere quelli che sono i frutti del lavoro e soprattutto delle decisioni prese in corso d’opera.

Tommaso Finestra in azione

  • Quali saranno quindi le differenze rispetto allo scorso anno?

Stavolta l’istinto, così come la naturalezza dei gesti verranno un po' meno, mentre la fase costruttiva è stata per ovvie ragioni sviluppata in maniera più accentuata.

E’ un passaggio naturale, fisiologico, e soprattutto meritocratico: se così non fosse, sostanzialmente gli anni di un Innocenzi, un Gubbini o di un qualsiasi altro cavaliere esperto, verrebbero meno, significherebbe essere di fronte ogni anno ad un nuovo capitolo che poi bypassa il precedente. 

Quello che è stato lo scorso anno sicuramente lo prendo in modo molto positivo e con soddisfazione, ma è difficilmente paragonabile a quello che è il percorso intrapreso in questi 12 mesi.

Ovviamente, auspico e spero che la prestazione possa essere ancora migliore, anche se le gare da un anno all’altro possono presentare delle novità, negative o positive, e sicuramente quest’anno ci sono delle condizioni diverse da mettere in conto tra i possibili effetti indesiderati.


  • A parte l’essere stato scelto quasi all’ultimo momento, quali sono le difficoltà, magari tecniche, che hai riscontrato nella nostra Quintana?

Purtroppo, e ve lo dico con grande dispiacere, le traiettorie, ma è un discorso subordinato a quella che per me era una novità, ossia le tavolette.

Cerco di spiegarmi meglio: lo scoglio più grande con cui mi sono dovuto misurare è stato quello delle penalità: questo sicuramente nasce dal fatto che avevo sempre affrontato gare in cui a delimitare il percorso sono delle bandierine, alte e ben visibili, mentre le siepi sono basse e, all'occhio sia del cavallo che del cavaliere, non risultano abbastanza percettibili. Inoltre non essendo ancorate e fisse al terreno, a volte non è nemmeno una questione di traiettorie ma di proiezione del cavallo stesso: magari arrivi sotto il moro con il cavallo che ha la groppa leggermente piegata o flessa verso l’esterno ed ecco che le tocchi anche se hai impostato il tutto in maniera corretta.

Inoltre le corsie sono molto strette, tre metri circa: richiedono sia esperienza sia una sensibilità ed una percezione a livello naturale ed istintivo rispetto alle traiettorie e alla piega del cavallo nelle curve dove “il sopra” non corrisponde “al sotto”. 

Tommaso Finestra nella Quintana di Agosto 2023

  • Si dice sempre che l'ambiente Ascolano è molto caldo e focoso rispetto a quello di altre giostre. Tu l'hai percepita questa cosa, sia per quanto riguarda il tuo Sestiere nello specifico sia per ciò che concerne come tutta la città vive la manifestazione? E se sì, ti è piaciuta? 

Questa è una cosa che ho apprezzato moltissimo, seppur in certi momenti magari è andata a mia svantaggio.

Ora, in modo divertente e senza alcun tipo di rancore o polemica, vi racconto un episodio dello scorso anno che è una delle cose rimastemi più impresse e che vi aiuterà a capire il mio punto di vista…

Quando nella Quintana di Luglio ho colpito le tavolette interne nella seconda tornata, non avendo esperienza con il tracciato non ne ho avuto immediata percezione: di fronte a me c’erano i tifosi di due sestieri avversari e la loro esultanza è riuscita anche a farmi distrarre per un attimo dal compito che stavo svolgendo.

Questo mi ha permesso di capire che a differenza di altre giostre l’interpretazione della gara e il modo di viverla che i Sestieranti hanno è completamente differente. Altrove le esultanze ci sono, senza mai risultare però invasive, ricordo ad esempio gli olè a Luca Innocenzi quando andava sul bersaglio ad Agosto.

Ho riscontrato delle lamentele al riguardo, ma posso dirvi onestamente che, se si mantiene il rispetto e soprattutto non si va ad inficiare il discorso di sicurezza dell’animale, penso sia giusto che ognuno sia esprima nel modo che reputa più opportuno, ovviamente, e ci tengo a ripeterlo, sempre tenendo a mente i discorsi del rispetto e della sicurezza. 

E’ probabilmente un modo di fare più anomalo rispetto a quello di altre città, ma lo apprezzo, perchè, e bisogna essere onesti, facciamo una disciplina molto intensa e che richiama la tradizione popolare del medioevo: penso che della sana goliardia e competizione quindi non guastino mai.

Magari rimpiangerò di avervi espresso questo parere, perché in un momento futuro della mia vita mi risulterà più difficile accettarlo, ma in questo momento questo particolare attaccamento, sia nei confronti del proprio cavaliere che “contro”, non solo lo apprezzo ma mi stimola anche.


  • Hai già deciso quali sono i cavalli che porterai? E quali sono le tue previsioni e i tuoi auspici per questa Quintana di Luglio?

Per i cavalli, tra i tre, nella scelta, mi sono basato molto sul discorso dell’esperienza.

Per gli auspici, si va sempre in gara per vincere e per ottenere il massimo risultato: non sempre le due cose coincidono ma la mia visione è sempre mirata alla vittoria quindi voglio dare tutto con la speranza che questo possa coincidere con una prestazione superiore a quella degli altri, perché bisogna sempre ricordare che siamo in sei a giocarci la Quintana.

Anche lo scorso anno, seppur consapevole delle innumerevoli avversità, il mio obiettivo era quello perché, proprio per il discorso fatto in precedenza, noi cavalieri nei confronti dei sestieranti abbiamo l’onore e l’onere di difendere i colori, l’orgoglio e la dignità del Sestiere.


  • Ti ringraziamo davvero moltissimo perché sei stato molto esaustivo, sviscerando tutti i temi, hai avuto una disponibilità fuori dal comune.

Ci tengo molto, sono convinto che le parole se usate nel giusto modo abbiano una forza enorme e che possano dare dei grandi benefici, ci vedo un valore che va oltre quello della Quintana stessa. Noi cavalieri abbiamo un ruolo fondamentale nei confronti dei ragazzi e dei giovani, d’altronde sono un ragazzo anch’io: se possiamo col nostro ruolo dobbiamo essere dei punti di riferimento, nel mio piccolo cerco di farlo sperando di ottenere un risultato a livello educativo. La Quintana è qualcosa di serio, importante, è una rievocazione, è una gara, ma dal punto di vista sociale ha un ruolo estremamente fondamentale ed è importante quindi che ognuno di noi, in corrispondenza all’importanza della figura ricoperta, dia l’esempio.


734 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Commentaires


bottom of page